Con l'inizio della stagione fredda aumenta la necessità di riscaldare le abitazioni e può aumentare di conseguenza anche il rischio di intossicazioni da monossido di carbonio (CO) se gli impianti termici utilizzati sono difettosi o se si ricorre a sistemi di riscaldamento di fortuna.
Il monossido di carbonio è un gas privo di odore, colore e sapore e quindi non viene percepito. I primi sintomi dell'intossicazione sono: mal di testa, nausea e vomito, debolezza, difficoltà di respiro, aumento della frequenza cardiaca, difficoltà di coordinare i movimenti, confusione mentale. E' importante riconoscerli e non confonderli con altre patologie (ad es. un'intossicazione alimentare o l'inizio dell'influenza virale) in quanto si tratta di un vero e proprio avvelenamento che può essere curato se riconosciuto precocemente.
Le intossicazioni da monossido di carbonio (CO) continuano a costituire un evento preoccupante; negli ultimi anni si verificano circa 250 eventi all'anno in Lombardia e con circa 350 decessi in tutta Italia. Nella nostra provincia mediamente si sono registrati circa 10-15 eventi all'anno con coinvolgimento di 20-25 persone.
Le intossicazioni da CO rappresentano quindi una costante minaccia per la salute pubblica; occorre pertanto mantenere sempre elevata l'attenzione verso la prevenzione di tale rischio
I dati relativi agli eventi locali e regionali mostrano che maggiormente a rischio sono i cittadini extracomunitari e le fasce socialmente deboli della popolazione.
Gli apparecchi termici più frequentemente coinvolti sono: caldaie a fiamma libera, scaldaacqua, bracieri.
Le cause più frequenti di intossicazione da CO sono: manutenzione carente, ostruzione delle aperture di ventilazione, impianti irregolari.
In genere le intossicazioni domestiche sono causate da irregolarità gravi dell'installazione degli impianti termici o carenze di manutenzione.
• particolarmente pericolosa è la presenza di impianti termici in locali non idonei come camere da letto e bagni, e l'uso di bracieri in locali chiusi.
• altra situazione a rischio è la coesistenza in uno stesso locale di caldaie a tiraggio naturale e caminetti a legna: la loro contemporanea accensione può far sì che il tiraggio del caminetto crei una depressione nel locale e quindi il ritorno dei fumi della caldaia nel locale stesso.
• attenzione anche all'uso di seconde case in montagna: le canne fumarie, inattive per lunghi periodi, possono risultare ostruite per mancanza di interventi di pulizia o per la presenza di foglie secche, nidi di animali ecc.
Si raccomanda pertanto di:
• non accendere bracieri o griglie in locali chiusi né per la cottura né per il riscaldamento.
• far installare gli impianti termici da personale tecnico esperto in grado di rilasciare le certificazioni di conformità alle norme di sicurezza e sottoporre gli impianti ai controlli periodici
• evitare il "fai da te" e soluzioni artigianali improvvisate
• far pulire periodicamente dal tecnico specializzato le canne fumarie dei caminetti e delle stufe a legna possibilmente prima dell'inizio della stagione di riscaldamento
• assicurare un'efficiente aerazione nei locali dove si trovano gli impianti tramite aperture regolamentari che non devono essere ostruite
• verificare al momento dell'acquisto che gli apparecchi siano corredati di istruzioni per l'uso e rispettarle.
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