Si tratta di infezioni che colpiscono l'apparato gastroenterico che, di regola, interessano maggiormente l'intestino tenue e il colon più che lo stomaco, spesso in assenza di una risposta infiammatoria.
Le diarree di origine infettiva sono patologie frequentemente accompagnate da fenomeni flogistici a carico della mucosa intestinale. Nella maggior parte dei casi la clinica è caratterizzata da un'aumentata frequenza delle defecazioni con feci di consistenza diminuita. L'esordio può essere acuto o subacuto e l'eziologia è estremamente varia, con maggiori responsabili virus e batteri.
Oltre a Salmonella non tifoide (cui appartengono oltre 2300 sierotipi), Salmonella thyphi e Salmonella paratyphi (trattate in specifiche schede), troviamo: batteri prevalentemente coinvolti in infezioni contratte all'estero – Shigella, Escherichia coli ETEC; virus responsabili di piccole epidemie in età infantile e non – rotavirus, adenovirus, enterovirus, norwalk virus, calicivirus, astrovirus; batteri o loro tossine, veicolati da alimenti – Stafilococco aureo, Vibrio parahoemoliticus, Clostridium perfrigens, Yersinia entercolica, Bacillus cereus, Campylobacter Jejunii. In alcuni casi la diarrea infettiva è il risultato di infezione in soggetti immunodepressi, ove l'agente è spesso un patogeno opportunista – Cryptosporidium, Clostridium difficile. Un quadro clinico particolare è costituito dalla diarrea da Escherichia coli enteroemorragica EHEC: il ceppo 0157:h7 è il più frequentemente coinvolto; provoca un quadro di colite emorragica, che può evolvere in sindrome uremico-emolitica o in propora trombotica trombocitopenica.
La prevalenza e l'incidenza sono diverse a seconda delle regioni e, soprattutto, delle stagioni: importanti focolai epidemici sono osservabili in situazioni di basso livello economico e nelle comunità chiuse.
In relazione all'agente eziologico in causa comunque in genere uomo o animale
Dipende dall'agente etiologico in causa, generalmente attraverso veicoli soprattutto alimenti o per contatto interumano.
Variabile a seconda dell'agente microbico che ha causato l'infezione.
Variabile a seconda dell'agente microbico che ha causato l'infezione.
Va attuato l'isolamento funzionale di tipo enterico, sino ad identificazione dell'agente eziologico.
In generale, anche nelle situazioni ove non vi è isolamento colturale dell'agente patogeno responsabile, deve essere attuato l'allontanamento dall'attività lavorativa o scolastica e dalla frequenza di collettività (piscina, palestra etc), fino alle 24 ore successive all'ultima scarica diarroica; per i frequentanti asili nido o collettività di soggetti non in grado di mantenere la propria igiene personale, va richiesta la presentazione di un certificato medico che attesti la guarigione clinica; per la riammissione in comunità scolastica o lavorativa non è richiesta l'esecuzione di coprocolture.
In caso di isolamento, precauzioni aggiuntive sono richieste per le patologi per le quali vi è rischio di contagio interumano:
Oltre che verificare la presenza di altri casi sintomatici tra i famigliari è opportuna l'effettuazione di coprocoltura a tutti i conviventi o esposti al medesimo consumo di alimenti che si suppone essere stato il veicolo di infezione.
Dovrà essere effettuata sorveglianza sanitaria per 5-7 giorni, negli ambienti scolastici o lavorativi eventualmente frequentati. Tale sorveglianza consisterà nell'individuare tempestivamente ulteriori casi sintomatici. Se il malato era addetto ad attività di produzione, preparazione e somministrazione di alimenti si effettuerà la ricerca di eventuali casi asintomatici, tramite coprocoltura.
Sono opportuni interventi di sanificazione, sia nell'ambiente ove soggiorna o ha soggiornato il malato, sia nella struttura ove si ritiene sia stata contratta l'infezione; sono invece inutili interventi di disinfezione.
Si ritengono misure non fondate su evidenza scientifica l'esecuzione della coprocoltura a tutti i frequentanti se non sintomatici, l'esclusione di eventuali portatori dalla frequenza in collettività, la terapia antibiotica come bonifica dei portatori o come misura di profilassi nei contatti.