Quadro clinico compatibile con il colera, quando è presente diarrea acquosa e/o vomito. La gravità può variare.
Vibrio cholerae, battere gram negativo, sierogruppo 01 (biotipi Classico e El Tor, ciascuno suddiviso nei sierotipi Inaba, Ogawa e, raramente, Hikojima). Il Vibrio cholerae 0139 è l'agente responsabile delle ultime epidemie diffuse in Asia, sostituendo così il ceppo 01.
Negli ultimi trent'anni il colera si è diffuso con epidemie dall'India e Sud-est asiatico all'Africa, Medio Oriente, Europa meridionale, Oceania, Americhe.
Uomo; negli ultimi anni sono stati dimostrati serbatoi ambientali, associati a zooplancton nelle acque stagnanti o negli estuari.
Attraverso l'ingestione di pesce o molluschi eduli consumati crudi o poco cotti, carni crude o poco cotte, cibi contaminati durante la manipolazione, verdure contaminate da acque inquinate, acqua per uso umano ma contaminata alla fonte o durante la distribuzione. Il vibrione sopravvive bene in alcuni cibi, come il riso, ma non sopravvive in ambiente caldo o acido (bevande gassate).
La trasmissione interumana diretta è rara.
Da poche ore a 5 giorni, abitualmente 2-3 giorni
Per tutto il periodo di incubazione e fintanto che il vibrione colerico è presente nelle feci, abitualmente per alcuni giorni dopo la guarigione clinica; occasionalmente può instaurarsi lo stato di portatore cronico, con escrezione del patogeno per alcuni mesi.
Ospedalizzazione con precauzioni enteriche fino alla negatività di 3 coprocolture eseguite a giorni alterni dopo la guarigione clinica, di cui la prima eseguita almeno 3 giorni dopo la sospensione della terapia antimicrobica. La riammissione in collettività, scolastiche o lavorative, è dunque ammessa, dopo la dimissione e comunque solo successivamente alle verifiche della coprocoltura, a cura dell'ASL.
Sorveglianza sanitaria per 5 giorni dall'ultima esposizione dei conviventi e delle persone che hanno condiviso alimenti e bevande con il malato. Ricerca di eventuali portatori tra i conviventi mediante coprocultura. Allontanamento delle persone sottoposte a sorveglianza sanitaria dalle attività che comportino direttamente o indirettamente la manipolazione di alimenti per almeno 5 giorni dall'ultimo contatto con il caso.
In caso di elevata probabilità di trasmissione secondaria in ambito domestico, chemioprofilassi dei conviventi con tetraciclina o doxiciclina. In caso di ceppi di V. cholerae resistenti alla tetraciclina, i trattamenti alternativi sono rappresentati da furazolidone o cotrimossazolo.