Infezione che può provocare una o più sindromi cliniche, fra cui mortalità neonatale, aborto, meningoencefalite e/o setticemia nei neonati e negli adulti.
La L. Monocytogenes è un bacillo Gram positivo, piccolo, aerobio che non forma spore; nell'uomo le infezioni sono di solito determinate dalle sierovarianti 1/2a, 1/2b e 4b.
È ampiamente diffusa nell'ambiente, in tutto il mondo, specialmente nella catena alimentare.
I serbatoi principali sono costituiti dal suolo, dal foraggio, dall'acqua, dal fango e dai silos dove vengono riposte le granaglie. Altri serbatoi comprendono gli animali domestici e selvatici infetti. Lo stato di portatore fecale asintomatico è di riscontro frequente nell'uomo (circa il 10%).
È soprattutto di tipo indiretto, attraverso gli alimenti (latte non pastorizzato, formaggi morbidi, verdure contaminate, carni poco cotte); nelle infezioni neonatali la trasmissione avviene prevalentemente dalla madre al feto in utero o durante il passaggio attraverso il canale del parto, se infetto. Sono state segnalate epidemie in reparti nido attribuite a materiale contaminato.
Abitualmente tre settimane per la trasmissione per via alimentare; può variare da 3 a 70 giorni dopo esposizione o consumo di prodotto contaminato.
La listeria può essere presente per mesi nelle feci di individui infetti. Dopo il parto l'eliminazione del germe attraverso le secrezioni vaginali e le urine può avvenire per 7-10 giorni.
Isolamento enterico e adozione delle comuni norme igieniche. Non sono previste restrizioni alla frequenza di collettività.
Sorveglianza sanitaria per identificare possibili focolai epidemici con ricerca della fonte comune di infezione/esposizione. La terapia antibiotica delle infezioni diagnosticate in gravidanza può prevenire l'infezione fetale o perinatale e le sue conseguenze.